Non più PM10:
ora si deve parlare di PM1
MILANO - Lombardia
Qualità dell'aria che respiriamo = Blocco della circolazione
degli autoveicoli a motore.
Questa sembra essere l'equazione che fornisce l'unica soluzione
ad oggi praticabile per gestire l'emergenza e abbassare - temporaneamente
- i livelli di gas e polveri emessi dalle nostre automobili e dai
veicoli commerciali.
Tuttavia alcuni risultati - più stabili - sono stati via
via raggiunti negli ultimi anni con l'applicazione delle norme europee
alla costruzione di nuovi motori e di nuovi sistemi di abbattimaneto
degli scarichi, a partire da Euro1 (che imponeva la marmitta catalitica)
fino al più tecente Euro4.
Lo ha affermato Francesco Avella, responsabile del Laboratorio Motori
della Stazione Sperimentale per i Combustibili del Ministero dell'Ambiente
durante una delle conferenze di CITTA', AMBIENTE, MOBILITA' - Fiera
di Milano - 19/22 febbraio 2003, presentando i risultati di test
comparati eseguiti dal Laboratorio su diversi modelli di autoveicoli.
Ma accanto a questa che, se non proprio buona, non è una
brutta notizia Francesco Avella ha anche gelato il pubblico quando
ha comunicato che attualmente il 99,9% del PM 10 (particolato fine
di dimensioni inferiori a 10 micron) contenuto negli scarichi dei
motori ha dimensioni inferiori a 1 micron e che quindi si dovrebbe
ormai parlare di PM1.
Praticamente solo particelle finissime che raggiungono anche i punti
più profondi dei nosti polmoni.
E questa non è per niente una buona notizia.