Caratteristiche
Il materiale particolato presente nell'aria è costituito da una
miscela di particelle solide e liquide, che possono rimanere sospese in
aria anche per lunghi periodi.
Hanno dimensioni comprese tra 0,005
µm e 50-100 µm (lo spessore di un capello umano è circa
100 µm),
e una composizione costituita da
una miscela di elementi quali:
carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti
di suolo, ecc.
L'insieme delle particelle sospese in atmosfera è definito come
PTS (polveri totali sospese) o PM (materiale
particolato). Le polveri totali vengono generalmente distinte in due
classi dimensionali corrispondenti alla capacità di penetrazione
nelle vie respiratorie da cui dipende l'intensità degli effetti
nocivi.
Le polveri che penetrano nel tratto superiore delle vie aeree o tratto
extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe), polveri dette
inalabili o toraciche, hanno un diametro inferiore a 10 µm (PM10)
Le polveri che possono giungere fino alle parti inferiori dell'apparato
respiratorio o tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi, bronchioli
e alveoli polmonari), le cosiddette polveri respirabili, hanno un diametro
inferiore a 2,5µm (PM2,5).
Fonti emissive e di monitoraggio
Le particelle solide sono originate sia per emissione
diretta (particelle primarie) che per reazione
nell'atmosfera di composti chimici, quali ossidi di azoto e zolfo,
ammoniaca e composti organici (particelle secondarie).
Le sorgenti del particolato possono essere antropiche e naturali.
Le fonti antropiche sono riconducibili principalmente
ai processi di combustione quali:
emissioni da traffico veicolare
utilizzo di combustibili (carbone, oli, legno, rifiuti, rifiuti agricoli)
emissioni industriali (cementifici, fonderie, miniere)
.
Le fonti naturali invece sono sostanzialmente:
aerosol marino
suolo risollevato e trasportato dal vento
aerosol biogenico
incendi boschivi
emissioni vulcaniche, ecc.
Le principali cause delle alte concentrazioni
di polveri in ambito cittadino sono dovute in gran parte alla crescente
intensità di traffico veicolare, e in particolare alle emissioni
dei motori diesel e dei ciclomotori.
Una percentuale minore è legata all'usura degli pneumatici e
dei corpi frenanti delle auto.
Un ulteriore elemento che contribuisce alle alte concentrazioni di polveri
è connesso anche al risollevamento delle frazioni depositate,
per cause naturali o legate allo stesso traffico.
Il particolato viene costantemente monitorato e controllato. Attraverso
la rete delle strumentazioni automatiche utilizzate per il monitoraggio
si ha quotidianamente la misura delle concentrazioni degli inquinanti
tra cui il PM10 nelle principali aree urbane e industriali
Effetti sanitari
Gli effetti sanitari delle PM10 possono essere sia a breve
termine che a lungo termine.
Le polveri penetrano nelle vie respiratorie giungendo, quando il loro
diametro lo permette, direttamente agli alveoli polmonari.
Le particelle di dimensioni maggiori provocano
effetti di irritazione e infiammazione del tratto superiore delle vie
aeree
Le particelle di dimensioni minori (inferiori
a 5-6 micron) possono provocare e aggravare malattie respiratorie e
indurre formazioni neoplastiche.
Anche recenti studi epidemiologici (ad esempio il progetto MISA, una
metanalisi degli studi italiani sugli effetti acuti dell'inquinamento
atmosferico rilevati in otto città italiane nel periodo 1990-1999,
e studi americani sugli effetti a lungo termine) hanno confermato l'esistenza
di una correlazione tra presenza di polveri fini e patologie dell'apparato
respiratorio e cardiovascolare.
Provvedimenti di protezione ambientale
Il Decreto del Ministero dell'Ambiente n.
60 del 2 aprile 2002 stabilisce il valore limite giornaliero
ammissibile di concentrazione di PM10 : 50
µg/m3 da non
superare più di 35 volte l'anno
In condizioni di emergenza dovute ai ripetuti superamenti del valore
limite di concentrazioni medie giornaliere entrano in funzione i provvedimenti
di protezione.
|
|